Bollettino di Informazione Omeopatica per il Medico del futuro
Abbiamo inteso “costruire” un canale comunicativo per parlarvi di questo Metodo sperimentale, clinico e terapeutico che è arte nella comprensione dell’essenza dell’essere umano e nel cogliere il senso profondo della malattia.
Per consentirvi di entrare attivamente a far parte di questa rubrica, in calce ad ogni articolo ci sarà uno spazio ove formulare considerazioni o porre domande.
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Pelle e apparato tegumentario
significato biologico e valutazioni metodologiche in medicina omeopatica
La visione biologica del fenomeno vita risulta essere strettamente in accordo con la visione della metodologia della medicina omeopatica.
Il biologo naturalista, infatti, comprende la vita osservandone il dinamismo complessivo che la anima e che consente alla vita stessa di evolvere e affermarsi; evoluzione e affermazione che si raggiungono attraverso meccanismi complessi e dinamici e relazioni tra ambiente e viventi. Anche in termini di evoluzione adattativa.
Attraverso questo modo di procedere nella ricerca biologica, l'osservatore scoprirà un aspetto centrale e fondamentale relativo al piano di indagine; esso risulterà appartenere ad un modello unitario e dinamico (olistico) a cui concorrono individui e sistemi, solo apparentemente eterogenei, in rapporto di scambio di energia e materia.
Tutto ciò risulterà essere in accordo, sul piano concettuale, con la fisica dei sistemi aperti e con i principi della termodinamica classica.
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Febbraio 2016, Museo delle Arti Sanitarie dell’ospedale degli Incurabili a Napoli
Inaugurazione dell’“Angolo” della Omeopatia voluto dal Professore Gennaro Rispoli, direttore e realizzatore del Museo
Mi è sembrato doveroso inserire in questo notiziario omeopatico l’opera di un insigne medico chirurgo e storico della medicina, il Prof. Gennaro Rispoli, ideatore, realizzatore e Direttore del Museo delle Arti Sanitarie dell’Ospedale degli Incurabili in Napoli; ospedale in cui è stato primario chirurgo.
Il Rispoli, nella sua visione laica dell’Arte medica ha sempre sostenuto la pari dignità della ricerca e della applicazione di metodologie rivolte alla cura dell’uomo ed ha raccolto nel suo Museo le testimonianze, spesso dimenticate, del travaglio della medicina e della sua evoluzione storica.
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Editoriale
Carlo Melodia[1]
[1] Alcuni contenuti che seguono sono ricavati e/o integrati da: La gestione tecnico-professionale della farmacia, Ettore Novellino, Vincenzo Iadevaia, (volume primo e secondo) capitolo 31 “La Medicina Omeopatica” di Carlo Melodia, Edito da Punto Effe Srl, Realizzazione redazionale e grafica Punto Effe Srl. - finito di stampare nel mese di aprile 2012 da Grafteam Srl - Nuvolera (BS).
AZIONE DEI RIMEDI OMEOPATICI SULL’ORGANISMO E DIFFERENZE CON I FARMACI CONVENZIONALI o ALLOPATICI
Premessa
Nella accezione comune, la medicina omeopatica e quella convenzionale si distinguono per la tenuità della dose e per l’azione similare dolce ma lenta la prima, e per l’azione tossica e soppressiva ma veloce la seconda; il tutto in una estrema semplificazione.
In realtà si parla di metodologia e di opportunità medica clinica di una scelta terapeutica in quel soggetto storico malato.
In ogni caso, la responsabilità e la opportunità della scelta terapeutica devono essere assunte esclusivamente dal medico con la dovuta capacità di giudizio; ovvero un medico che alla maniera di Ippocrate ha il suo riferimento cardinale nel malato e conosca tutti i termini di utilizzo dell’arte medica e chirurgica. Non solo quindi la conoscenza dell’omeopatia o dell’allopatia con la sua farmacologia, ma anche della meteorologia e i suoi influssi sulla vita, l’alimentazione, l’igiene e non per ultimo la psicologia; come avveniva negli Stabilimenti di Esculapio; in cui Ippocrate mosse i primi passi da medico.
Questo editoriale è proprio finalizzato a chiarire le divergenze e le inaspettate convergenze metodologiche omeopatiche ed allopatiche ascoltandole anche dal racconto dello stesso Hahnemann.
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Sesta ed ultima parte: La pandemia da Covid-19 in Italia e l’omeopatia
Un documento inedito
Argomenti trattati:
Una sanità in confusione programmatica e metodologica
La cacofonia dei media e dei dispensatori di scienza
I veri medici sul campo di battaglia nei reparti Covid
Un unico fine: il Medicus
Gli studi epidemiologici retrospettivi sono oggettivamente di grande utilità
Che fine fecero gli omeopati durante la pandemia?
Omeopatia e allopatia un confronto metodologico
I meriti della allopatia e della chirurgia nelle emergenze complicate
La medicina omeopatica, sin dall’inizio della pandemia, dimostrò la propria efficacia metodologica e clinica
Nell’emergenza della pandemia le rappresentanze delle associazioni omeopatiche italiane, forti della loro esperienza clinica della prima ora, e in osservanza dell’art. 8 del codice deontologico[1] inviarono al Ministro della salute e per conoscenza alla Presidenza della Federazione Nazionale una esplicita disponibilità a scendere in campo sul proprio territorio nei modi e tempi che il Ministero avesse ritenuto opportuni.
Seguì il silenzio istituzionale sanitario. D’altra parte, riscontrammo il ringraziamento e l’apprezzamento esplicito del Presidente della nostra Federazione.
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L’Omeopatia è acqua fresca?
Parte quinta
1845: Il VII Congresso degli Scienziati a Napoli. Politica o Scienza?
Premessa
La storia fin qui raccontata ha effettivamente confermato e dimostrato il teorema sostenuto nelle premesse: quello di una scienza condizionata, non libera, ma spesso asservita alla politica e all’interesse. Ma tutto ciò corrisponde proprio alla storia della vita che abbiamo ripercorso in queste pagine.
Sarebbe stato appagante se l’uomo avesse raggiunto la giusta consapevolezza di quanto i meccanismi del suo pensiero portano a reiterare, in forma apparentemente diversa, le resistenze e gli stessi errori.
È una continua ruota, non si riesce a trovare una tangente, una direzione di svincolo, oltre al circolo di un pensiero che sa solo analizzare frammentando sempre di più l’oggetto osservato di cui non si conosce il senso unitario che esso ha nella forma complessiva e dinamica di cui fa parte.
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L'articolo è disponibile al seguente link: https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=131578&fbclid=IwY2xjawMNaMdleHRuA2FlbQIxMQABHt8UDJhBJyvk5UGrS5xSrYn-mETT6f-W_UtIvJviz4yLvJvzg9uITb6CJleB_aem_wg9Ilm__8_xqDruXDQytJQ
Caro Direttore, dal racconto che leggo sembra che più che di scienza si stia parlando di politica, di opinioni preconcette e di altre opportunità. Nel confronto scientifico, quello vero, basato su contenuti verificabili e coerenti con il paradigma vaccinale, a partire da Jenner, va sempre tenuta in conto metodologicamente: la finalità del vaccini, la preparazione degli stessi, i veicoli utilizzati, tempi e modi di somministrazione, disponibilità del cittadino a ricevere il vaccino e in quale dose... e l'efficacia! Ricordando soprattutto che la vaccinazione è "un atto medico" e come tale è di responsabiltà del medico che opera per consenso informato del cittadino. Mi sembra che nell'esperienza pandemica a cui si ci riferisce siano venuti a mancare molti presupposti "scientifici" questo sì, per soddisfare tutte le regole deontologiche in tema vaccinale; innanzitutto la verifica dei dati sperimentali nei tempi di rito che proteggono il cittadino, statisticamente, dai danni di un procedimento teorico di emergenza. Scienziati come Paolo Bellavite che lavorano con dati, osservazione e verifiche rappresentano quelle giuste e per qualcuno scomode sentinelle che fanno emergere gli errori di una scienza che opera deduttivamente senza prevedere i risultati della verifica "ab usu in morbis" e che decide aprioristicamente che questo procedimento monco si possa chiamare ancora scienza. Carlo Melodia
