(ANSA) - NAPOLI, 12 DIC - Napoli ha avuto un ruolo decisivo nella diffusione dell' Omeopatia in Italia ed in Europa, grazie al successo che questa Medicina incontrò a partire dal 1821, quando gli ufficiali medici austriaci la introdussero nel regno di Ferdinando IV di Borbone..

 E' quanto emerso nel convegno organizzato dalla Luimo (Associazione per la Libera Università Omeopatica Internazionale) , dal Museo delle Arti Sanitarie e dal Museo dell' Omeopatia-Fondazione Negro in occasione dei 200 anni dall' arrivo della medicina Omeopatica.

Il "Giornale enciclopedico di Napoli" riferiva nel 1822 che ll generale austriaco Franz von Koller aveva donato alla Reale Accademia delle Scienze sei volumi di opere di Samuel Hahnemann, padre dell' Omeopatia - ha detto Sergio Galantini.
    studioso di Storia della Medicina - fu l' inizio della "conversione" all' Omeopatia di alcuni tra i più noti medici del tempo, come Cosmo Maria de Horatiis, direttore della Clinica medica dell' Università, che era il proprietario della chiesa di S. Aniello a Caponapoli, dove si è svolto il convegno celebrativo. De Horatiis era il medico del re Francesco I di Borbone, che guarì da una forma di angina, ed il re divenne il protettore dell' Omeopatia. Ma già 20 anni prima, nel 1801 - ha riferito il presidente della Luimo, dott. Carlo Melodia - "L' Osservatore medico" di Napoli aveva dato notizia della cura della scarlattina con la Belladonna omeopatica. Nel giro di qualche decennio nel Regno delle Due Sicilie si contavano oltre 500 medici omeopatici che curarono con ottimi risultati le epidemie di tifo e di colera. Al convegno sono intervenuti il prof, Francesco Eugenio Negro, il prof, Paolo Negro ed il prof, Gennaro Rispoli. (ANSA).

 

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